Pomodori ripieni di cipolle || Ricetta di amore e olio

I pomodori ripieni di cipolle vengono dal ramo sardo della mia famiglia; sono sia un contorno sia un bel finger food da consumare in piedi davanti a un buffet freddo.
E sempre da quel ramo della famiglia viene anche il pizzino di oggi:

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“Meno male! Meno male!” – gridava una zia di mia madre con un ramo conficcato in un occhio, dopo una rovinosa caduta in un bosco.
Tutti pensarono che avesse anche battuto la testa: ‘Meno male’ che cosa? ci aveva rimesso un occhio con quel ramo…
“Meno male che non era forcelluto!” chiarì la zia, sinceramente sollevata che il ramo le avesse cavato un occhio soltanto e non tutti e due.
Oggi si dice vedere il bicchiere mezzo pieno ma allora la vecchia zia sarda fu una vera pioniera del concetto, e nel lessico familiare di casa nostra è rimasto e lo esprimiamo tutt\’ora con: meno male che non era forcelluto!
È molto fortunato chi riesce a prendere le cose in questo modo: la realtà non cambia ma il modo di vederla la può rivoluzionare.

Per preparare 4 porzioni di Pomodori ripieni di cipolle servono:

8 pomodori maturi ma ben sodi
800 gr di cipolle
16 capperi
16 olive denocciolate
1 ciuffo di prezzemolo
7 cucchiai d\’olio extravergine
sale

Se si utilizzano capperi sono sotto sale, la prima cosa da fare è sciacquarli bene e tenerli in acqua durante tutta la preparazione della ricetta.

Con una mandolina a lama regolabile affettare le cipolle non troppo fine.

Metterle in padella con 6 cucchiai d\’olio, 2 di acqua e un paio di bei pizzichi di sale grosso.
Far andare dolcemente per una mezz\’ora mescolando di tanto in tanto e evitando di far colorire troppo le cipolle; se necessario aggiungere via via qualche altra cucchiaiata d\’acqua.

Nel frattempo lavare e asciugare i pomodori, togliere il picciolo e dividerli a metà orizzontalmente.

Svuotarli della polpa interna e dei semi facendo attenzione a non intaccare la buccia; si otterranno così 16 scodelline che andranno cosparse di abbondante sale e appoggiate capovolte su una gratella, a perdere l\’acqua di vegetazione.