Il panko è la panatura per fritture tipica della cucina giapponese: scagliette di pane bianco leggere e croccantissime.
Ormai è facilmente reperibile nei supermercati un po’ forniti ma non si capisce perché debba costare tanto (circa 23 euro al chilo contro i 2 euro e mezzo del normale pangrattato). E allora noi ce lo facciamo in casa; non sarà esattamente la stessissima cosa perché il panko industriale viene fatto seccare con una speciale cottura a corrente elettrica, mentre noi lo faremo asciugare in forno, ma la differenza la noteranno solo i puristi.
Ma il Panko oltre a essere la panatura giapponese è anche il piromane canadese?…
CASETTA IN CANADA
(di Panzeri/Mascheroni)
Per preparare il Panko servono:
…solo alcune fette di pancarrè, alle quali va tagliata via la crosta.
Spezzettare 2 o 3 fette di pancarrè alla volta e metterle nel bicchiere del mixer.
Frullare pochissimo, 1 secondo per 2, massimo 3 volte: bisogna ottenere delle scagliette grossolane e consistenti.
Ricoprire una placca con carta forno e versare il pane triturato.
Distribuire le scaglie di pane su tutta la teglia e infornare a forno bassissimo: il panko non deve abbrustolirsi ma solo perdere l’umidità.
Lasciar andare per un’ora abbondante a temperatura bassissima: ogni forno è diverso e ognuno conosce il suo, come indicazione generale diciamo che lo terremo intorno ai 90°.
Passata un’oretta controllare se il panko è pronto: deve risultare secco al tatto.
Se dovesse essere ancora morbido o umido, continuare la cottura per un po’.
Una volta cotto, lasciar raffreddare il panko e conservarlo in un barattolo di vetro a chiusura ermetica.
È la volta delle croste, non vorrete mica buttarle?! Ci si può fare il pangrattato normale abbrustolendole in forno vivace e poi tritandole.
Torniamo al panko: una volta provate le sue fritture – così leggere, croccanti e asciutte – non si torna più indietro ed è amore per sempre!
Panko – postato da Blogtrotter
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