Che ha di magico questo trio? Che è incredibilmente buono, che zucchine piselli e patate si fondono insieme in maniera insospettata dando vita a un contorno semplicissimo ma speciale.
Ma non è finita, la magia continua: è anche uno straordinario condimento per la pasta.
(racconto d’appendice in 7 puntate)
Puntate precedenti:
preambolo
prima puntata
seconda puntata
terza puntata
quarta puntata
quinta puntata
sesta puntata
Settima puntata
Quando si concentra per ascoltare proprio bene bene, il dottor Tascini chiude gli occhi. All’inizio mi dava fastidio parlare con uno che sembrava che dormiva, ma ora mi ci sono abituata e anzi, quando li tiene aperti un po’ ci resto male perché penso che si distrae. Stavolta però ce li aveva incollati che quasi li strizzava. Gli stavo raccontando com’era andata:
«Ero davanti a Patrizia Costantini che stava mirando al mio stomaco. E lì non si può scappare, bisogna cercare di fare presa. Preda del panico aspettavo di essere fatta ostaggio e come al solito avevo chiuso gli occhi – proprio come sta facendo lei – per non dover vedere quella smorfia di concentrazione che mi fa tanta paura.
Eeee: SCIAF!
Non è successo niente! Non sono stata colpita.
Ho pensato: ecco che ci risiamo, ora mi becco un’altra strapazzata. Cautamente ho aperto gli occhi: Sandra Bini che era la capitana, con un tuffo mi si era lanciata davanti e aveva fatto presa e adesso stava disponendo la squadra intorno a me. Effettivamente, riparata dai corpi delle altre mi sentivo protetta e la situazione era meno paurosa. Ma siccome non si può mai star tranquilli, ecco che adesso Sandra Bini pretendeva che lanciassi io. Le ho spiegato che alla squadra non conviene farmi lanciare: i miei tiri sono fiacchi, inutili, servono solo a passare la palla alle avversarie.
“A sentire Rosetta De Luca non si direbbe: un pomeriggio a casa tua non l’hai centrata in fronte con un pupazzo di legno?”
“Ma che c’entra…”
“Vuol dire che hai sia forza che mira. Dai, ti prego, lancia!”
“Ma lo sai che ci ho provato un mucchio di volte e ho sempre fatto pena…”
“Certo, perché eri costretta… invece adesso nessuno ti costringe e tu lanci solo perché ne hai una voglia pazza.”
“Ne ho una voglia pazza?”
“Pazzissima…”
“…”
“E dài!”
“Ok, ci provo.”
Mi rigiravo la palla in mano, dovevo scegliere un bersaglio e sparare, a parole era tutto facile, ma il fatto è che sono negata. Vedevo dall’altra parte Rosetta De Luca che sghignazzava, aveva bisbigliato qualcosa nell’orecchio di Patrizia Costantini, e adesso senza voce muoveva lentamente le labbra nella mia direzione scandendo: CACASOTTO, CACASOTTO, CACASOTTO… con lo stesso tono intimidatorio di quando scendeva le scale di casa mia. E poi me la rivedo a sfottermi per la sarabanda: “Carote, Carote vieni dalla mammina tua!…” La stessa rabbia mi è salita in gola, la volevo morta, ho preso la mira e le ho sparato contro con tutto il cuore. Una scheggia. Rosetta non è riuscita a fare presa, il pallone le è rimbalzato addosso ed è andato a colpire Patrizia Costantini che non se l’aspettava, poi è rotolato per terra.
Credo di aver lisciato lo svenimento per un pelo: due ostaggi con un lancio solo è vittoria! Non era mai successo. La squadra mi era addosso e dai tutte che mi abbracciavano, che tentavano di lanciarmi per aria; oltretutto l’occasione di vedere Patrizia Costantini in zona ostaggi era più unica che rara, una soddisfazione gigante per tutte, pure per quelle della squadra sua!
Dopo, anche Rosetta De Luca mi è venuta intorno, si vedeva che voleva dirmi qualcosa anche se poi non l’ha fatto.
Ma è stata solo fortuna, non succederà più!»
«Sì, forse un po’ di fortuna ce l’hai avuta, ma il fatto è che ti sei data la possibilità di averla. E dovrai dartela ancora se la cosa ti è piaciuta.»
«Ma dottore, ce l’ho fatta solo perché quell’odiosa di Rosetta De Luca mi sfotteva…»
«No, non solo per questo: questo ti ha dato la spinta a provare, ma poi ci sei riuscita, quindi vuol dire che se vuoi, puoi. Rosetta o non Rosetta. Certo, poi tocca pure che t’alleni…»
«Pronto casa Piedipuliti?»
«No…»
«Beh, allora se li vada a lavare!»
Attaccavamo il telefono e schiattavamo dalle risate: non ho mai riso tanto in vita mia. Certo è proprio beata Giovanna ad avere una madre che sta così male!
«Scusami, vuol dire che cercherò di ammalarmi un po’ più spesso, va bene?»
« Grazie mamma.»
«Niente, tesoro.»
«Non ce la farò senza di lei, signora Castellano.»
«Non diciamo sciocchezze per favore.»
«Non torna mai mai più?»
«Ma no, ti verrò a trovare, e qualche volta verrai tu da me: avrò sempre un letto pronto per la mia bambina. Poggio Mirteto non è poi così lontano, sai? Che c’è, a cosa stai pensando?»
«Lei crede che la sarabanda si sia offesa che l’ho messa sullo scaffale insieme agli altri pupazzi? Sa, non potevo mica lasciarla sul letto: doveva arrivare Sandra e mi scocciava farle trovare troppo casino…»
«Al contrario, io credo che un po’ di riposo faccia molto piacere ai tuoi amici.»
«Bene perché io e Sandra avevamo alcune cose segrete da dirci. E poi dovevamo anche stabilire le penitenze per l’ammissione nella nostra banda, insomma cose che la sarabanda non poteva capire. Sa che Roberta voleva che entrassi nella sua di banda? Ma le ho detto di no perché loro spesso sono scorrette e cambiano le regole secondo come gli gira, anche se per la verità stare nella stessa banda di Patrizia non mi dispiaceva per niente. E poi dovevamo decidere la tattica per domani…»
«Che tattica?»
«Di palla capitano. Abbiamo deciso di andare a villa Ada un pomeriggio a settimana per allenarci e fare piani di gioco. Ci vengono quasi tutte: Sandra, Patrizia, Robi, Giovanna, Eva, Rita, Rosetta… tutte tranne quella cacasotto di Maria Teresa Giannìco… Perché sorride signora Castellano?»
«Perché ti voglio bene, piccola.»
«Anche io le voglio tanto bene.»
«Buona notte.»
«Buon viaggio.»
F I N E
Per preparare il Magico trio: zucchine piselli e patate servono:
Laviamo, sbucciamo, tagliamo a dadini e laviamo di nuovo le patate. Le mettiamo in un pentolino coperte di acqua fredda e con un pizzico di sale grosso. Accendiamo il fornello e calcoliamo una decina di minuti da quando prendono il bollore. Per sicurezza prima di scolarle le pungiamo con una forchetta per testare la cottura.
Il magico trio è pronto. Avete deciso che farne? Lo portate in tavola così com’è, come contorno, o ci condite un bel piatto di mezze maniche?
Magico trio: zucchine piselli e patate – postato da Paffi
Ricette dai blog amici:
Succo di peperone zucchine pomodoro e patata dal blog Cucina Casareccia
Zucchine in agrodolce dal blog Lo scrigno del buongusto
Zucchine trombetta al pomodoro dal blog Un avvocato ai fornelli
Panettona
12/07/2017 @ 20:36
Buone! Capperi 🙂
E che bello il tuo racconto
Spero ne pubblicherai altri
amore e olio
13/07/2017 @ 1:03
Ma grazie!
Mosica
18/07/2017 @ 8:26
Ottimi accoppiamenti per il trio. E il racconto mi è piaciuto molto assai. Doppio brava
amore e olio
18/07/2017 @ 10:19
Arrossisco