Perché Finto sushi all’italiana? Perché qui da noi fare il sushi originale in casa non ha molto senso: fatica improba per risultato modesto. E anche se dovesse venire bene sarebbe impossibile eguagliare quello dei ristoranti o anche solo dei take away. Ha senso farselo in casa solo se lo vogliamo addomesticare adattandolo al nostro palato e a quello dei commensali più ostici e diffidenti.
Qui di seguito trovate il procedimento del finto sushi all’italiana ma prima, come annunciato nella ricetta precedente, trovate l’inizio di Palla Capitano.
PALLA CAPITANO
(racconto d’appendice in 7 puntate)
Puntate precedenti:
preambolo
Puntate successive:
seconda puntata
terza puntata
quarta puntata
quinta puntata
sesta puntata
settima puntata
Prima puntata
Pare che non si possa lavare più! Questa è l’ultima volta – ha detto la signora Castellano – la mettiamo a mollo ancora e si disintegra!
Veramente il dentro del cuscino lo hanno già cambiato due o tre volte, ma è il fuori, la federa con tutto il pizzo che è diventata così fragile. Quando nonna Lisa me l’ha regalata io neanche me lo ricordo perché ero troppo piccola, stavo ancora nel pancione ha detto la mamma. Però cinque anni fa, avevo appena imparato a leggere e mi sono accorta improvvisamente che quello non era il filo un po’ aggrovigliato del gomitolo di lana con cui giocava il gattino, ma una scritta; allora l’ho letta: ‘Arianna fa la nanna’. Era tutta la vita che dormivo abbracciata a quel cuscino convinta di conoscerlo perfettamente e di botto mi rendevo conto non solo che non era così, ma anche che non era mio e che la mamma era una bugiarda.
Lo presi e lo scaraventai giù dalla finestra, poi corsi in braccio alla signora Castellano e le chiesi di portarmi via con lei.
«Vuoi venire a dormire da me per stanotte?»
«No, per sempre!»
La signora Castellano era sempre gentile, molto grande e comoda, starle in braccio era la pace. Aveva addosso un buon profumo di sugo e aveva un solo difetto: non voleva più dormire da noi. Era andata a dormire a casa di uno che aveva conosciuto a un supermercato e poi si erano sposati: da quella volta la signora Castellano dormiva da noi solo quando la mamma e il papà partivano.
Dopo avermi raccontato una delle sue splendide favole, mi dava un bacio e se ne andava in camera sua. Io aspettavo un pochino e quando ero sicura che si era messa a letto mi precipitavo da lei col cuscino e tutta la sarabanda. Ogni volta le scappava da ridere e diceva: «Ma non c’è posto per tutti in questo lettino! Facciamo così: Pinocchio lo mettiamo sul comodino, se no ci facciamo male, il tuo cuscino accanto al mio va bene, Cirenè e Carote li mettiamo in fondo al letto ai nostri piedi, e il Mucchino qui per terra. D’accordo?» «Carote è così piccolo, lo potrei anche tenere in braccio…» e così ottenevo il permesso di prenderne almeno uno. Poi mi accoccolavo addosso a lei e aspettavo che cominciasse a leggere il suo libro ad alta voce: «…e fu così che si ammutinò. I comuni mortali si ammutinano contro l’Esercito, la marina o qualche altra autorità costituita. Nero Wolfe no. Lui, ogni tanto, si ammutinava contro sé stesso…»
Non ci capivo una parola ma era un modo bellissimo per addormentarmi, come se la signora Castellano recitasse una magica ninna-nanna.
Forse la signora Castellano era una fata!
Avevo discusso questa ipotesi con la sarabanda ma non tutti erano d’accordo. Per esempio Pinocchio sosteneva che le fate sono molto più giovani e magre, mentre Cirenè diceva che allora la fata di Cenerentola? Al Mucchino gli sapeva di sì, e Carote ci doveva ancora pensare.
I pupazzi dello scaffale fecero una votazione ma il risultato non mi interessava, il loro parere non contava come quello della sarabanda!
Io però ne ero quasi sicura: «Se non è una fata, allora spiegatemi come fa a farmi sempre passare il malumore.
Questo argomento convinse tutti. Compresa me.
Mi sentivo il cuore in tumulto, anche la sarabanda non credeva alle sue orecchie quando mi aveva sentito leggere ‘Arianna fa la nanna’. Mi stringevo alla signora Castellano e speravo con tutto il cuore che mi avrebbe portata via per sempre. Non ci volevo più stare in quella casa! Non volevo vedere mai più la mamma e il papà.
«Virginia!»
Era la voce della mamma. Io mi stringevo alla signora Castellano pregandola di tenermi con sé.
«Prima rispondi alla mamma, Virginia, poi vedremo se ti darà il permesso di venire da me per questa notte».
Delle volte anche la mamma è grande! Quando mi vide tutta agitata aggrappata alla signora Castellano, fu dolcissima. E io che mi ero giurata che non le avrei mai più voluto bene né le avrei mai più creduto, ci sono cascata come una broccolona.
Quando ero nel pancione la nonna fece il mio cuscino, ricamò il pizzo e il gattino che gioca col gomitolo. Al momento del nome non sapeva se ci doveva scrivere Arianna o Eugenio. Telefonò alla mamma che quella mattina era andata a ritirare l’esame e lì c’era scritto che stavo bene e che ero Arianna. E la nonna partì col ricamo.
Poi la mamma lesse Le tre ghinee e cambiò idea, ma il cuscino ormai era fatto.
Scesi di corsa in cortile a recuperarlo. Era finito in una pozzanghera ma a quel tempo ancora lo potevamo lavare senza problemi.
Continua…
Per preparare 4 porzioni di Finto sushi all’italiana servono:
Preparazione del riso
Cottura del riso
Confezione del finto sushi all’italiana
Realizzo il rotolo di finto sushi all’italiana
Compatto bene la prima metà del rotolo, come fosse un polpettone e la passo nel sesamo tostato come fosse una panatura.
Con il sesamo che mi è rimasto attaccato alle mani formo il secondo polpettone, risulterà una panatura di sesamo molto più leggera dell’altra.
Al momento di affettare i rotoli bisogna assolutamente ricordarsi di bagnare la lama del coltello ogni volta che si taglia una fetta, altrimenti il riso si attaccherà al coltello e il rotolo si rovinerà perdendo la sua forma.
Quindi: bagnare il coltello, tagliare una fetta, sciacquare il coltello sotto l’acqua togliendo ogni rimasuglio di riso e tagliare la fetta successiva; procedere così per ogni singola fetta.
Il finto sushi all’italiana è finalmente pronto per essere servito e accontenterà tutti, anche chi resta pervicacemente refrattario alla cucina esotica.
Finto sushi all’italiana – postato da Riccidiburro
Ricette dai blog amici:
Riso alla giapponese dal blog Cucina Casareccia
Riso Venere con vongole e cime di rapa dal blog Un avvocato ai fornelli
Risotto alla cicoria dal blog Lo scrigno del buongusto
Lu.C.I.A.
26/06/2017 @ 15:56
Ciao! Passo per la prima volta da questo blog…. e… mi piaceeeeee! 🙂
Complimenti…. sia per il tuo sushi e sia per il racconto! 🙂
amore e olio
26/06/2017 @ 17:46
Grazieeeeeeeeee! Sei carinissima!
Karen Odell
27/06/2017 @ 16:12
Che idea carinissima! Davvero sfiziosa e originale!
Italia Caruso
27/06/2017 @ 17:45
Troopo forte! va provato!
Maria Rosaria De Luca
27/06/2017 @ 20:58
Un buonissimo suschi…lo devo fare!