Quando mi metto a dieta questo è in assoluto il piatto che preferisco perché sazia completamente! Trovare ricette sostanziose ma con poche calorie è veramente arduo, ma io non demordo e ne arriveranno altre.
PALLA CAPITANO
(racconto d’appendice in 7 puntate)
Puntate precedenti:
preambolo
prima puntata
seconda puntata
terza puntata
quarta puntata
Puntate successive:
sesta puntata
settima puntata
Quinta puntata
Questo compito in classe di inglese è stato micidiale! Mi stavo dannando il cervello ma non riuscivo a capirci un’acca. Veramente il pomeriggio precedente non ero riuscita a studiare molto perché Cirenè mi interrompeva continuamente: «Quando vieni a giocare? Eh? Dài, ci vieni!» Così a un certo punto l’ho fatto contento poverino e Mr and Mrs Jones son rimasti da soli a chiedersi reciprocamente che ora fosse.
Una che stava seduta dietro a me ma spostata (i compiti ce li dà alternati in modo che ognuno si ritrovi circondato da quattro persone che hanno il compito diverso dal tuo) mi ha passato un foglietto con la traduzione, ma io ho fatto finta di non vederlo, e lei dai che mi faceva: «Pss! Psssst!» E io niente. «Ehi, psss, tieni!» Mi scappava da ridere ma non mi giravo. Alla fine la profe si è stufata e ci ha mandate fuori tutte e due.
«Ma come non sai chi è! È una compagna che ti sta passando un compito, ti sta facendo una gentilezza: non può essere che non sai come si chiama!»
Questa è una cosa che ha fatto sempre arrabbiare la mamma, non ho mai capito perché. Quando si accorge che non so il nome di qualcuno di scuola comincia a sbraitare.
«Non di scuola Virginia, non di scuola. Di CLASSE! Stiamo parlando di una compagna che divide l’aula con te tutti i giorni da sette mesi e tu non sai come si chiama. Non ci credo, non è possibile, lo dici solo per farmi imbestialire.»
L’altra volta il papà aveva detto che la bravura del dottor Tascini si vedeva dall’onorario, allora oggi l’ho cercato palmo a palmo in tutta la stanza, volevo proprio vedere come era fatto quest’onorario, ma non l’ho trovato: chissà il papà dove l’ha visto!
Il dottore mi ha messo davanti delle specie di macchie d’inchiostro e voleva sapere cosa mi sembravano. A parte che parevano proprio le macchie di certi miei quaderni di quand’ero piccola, mi facevano pensare alla signora Castellano trasformata in farfalla per venirmi in aiuto. Però questo non volevo dirglielo perché mi vergognavo e avevo paura che pensasse che ero scema. Invece poi non so perché gliel’ho raccontato e lui non ha né riso né fatto facce, e ha detto che certo che lo capiva. Credo proprio che era sincero. Forse la prossima volta gli porto a conoscere la sarabanda.
«Vuoi portarmi a conoscere la tua confusione?»
«Eh? Ho detto che forse ti porto i miei pupazzi.»
«Non hai detto pupazzi, hai detto sarabanda.»
«Sarabanda, banda… è uguale…»
«No, non lo è.»
«Uffa, sei noioso! Insomma i miei pupazzi sono la sarabanda.»
«I tuoi pupazzi sono la confusione fra fantasia e realtà?»
«No, perché?»
«Beh, sarabanda vuol dire confusione.»
«Ma io non lo sapevo!»
«Sicura?»
«Certo. È stata la mamma a dirlo, mica io.»
«A dire cosa?»
«Che era una sarabanda tutto quel macello in camera mia…»
Tutte in classe aspettavano con trepidazione i mal di testa della signora Aliquò, e quando finalmente Giovanna annunciava ufficialmente che sua madre aveva una crisi, ognuna sperava di essere invitata a casa sua. Queste crisi duravano due o tre giorni e obbligavano la signora a stare a letto al buio completo nel silenzio più assoluto. Il che significava, a patto di non fare rumore, libertà totale in casa. La grande occasione veniva sfruttata principalmente facendo scherzi telefonici.
Sorrideva la mamma quando le ho raccontato che Giovanna Aliquò mi aveva invitata a casa sua. Non sorrideva più quando le ho detto che avevo rifiutato.
È così idiota sprecare telefonate per ordinare chili di supplì a vanvera! Io ho di meglio da fare. Così le ho detto di no.
«Colpito! Cirenè ti ho beccato, devi andare in zona ostaggi, forse il Mucchino ti libererà. Perché non vuoi essere liberato? Di che hai paura? Non c’è niente da temere, non vedi, è solo una palla. Come puoi avere paura di una palla? Sei stupido, sei cretino? No? Allora non puoi avere paura di una palla. E non cercare scuse per non giocare, è divertente, piace a tutti: deve piacere anche a te. Mi sono accorta benissimo che stai cercando di non piangere, ma che c’è da piangere, dico io! Sei proprio un disastro, io non so più che fare con te. Sparisci! Non ti voglio più vedere.»
Continua…
Per preparare 2 Uova al pomodoro super light servono:
- 2 uova medie = 130 Kcal
- 400 gr di pomodori pelati = 88 Kcal
- 10 foglie di basilico = 1 Kcal
- 1 pizzico di aglio in polvere
- sale e pepe a piacere = 0 Kcal
Totale calorie: 219
Se vogliamo arricchire un po’ il piatto ecco il conto delle calorie che dovremo aggiungere:
per 1 cucchiaio da minestra di olio a crudo = 62 Kcal
per 1 cucchiaino da tè di olio a crudo = 27 Kcal
per 1 cucchiaino da tè di parmigiano o grana o pecorino = 8 Kcal
Le uova al pomodoro super light sono pronte: veloci, magre e gustosissime. Sicché, buon appetito e buona dieta!
Uova al pomodoro super light – postato da Paffi
Ricette dai blog amici:
Zuppa inglese light dal blog Cucina Casareccia
Zucchine con panatura light cottura al forno dal blog Lo scrigno del buongusto
Parmigiana light di melanzane dal blog Un avvocato ai fornelli